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30 aprile 2011

EMO vs. HERO ovvero la battaglia delle emozioni.

Per ogni generazione che si avvicenda nella storia, nasce fra quegli adolescenti una moda e uno stile che impone determinati comportamentali sociali e che si presenta dotata di caratteristiche culturali proprie.
Al giorno d’oggi il fenomeno giovanile dominante è quello degli EMO, ragazzi e ragazze che pensano di essere gli unici capaci di provare la grandezza delle emozioni che la vita gli riserva. C’E’ di più, essi sono anche convinti che solo altri EMO possano capire questa loro profonda emozionalità, dalla quale addirittura nasce il nome usato per identificarli: EMO da EMOzioni.
Tuttavia, nonostante le convinzioni spesso presuntuose degli EMO, esiste un’altra categoria sociale che possiede una sensibilità per le emozioni superiore alla loro e che è in grado di provarle con una intensita senza paragoni. E’ la categoria dei giocatori di poker online: gli HERO.
Dal seguente raffronto schematico e articolato in punti dei principali elementi delle due culture, apparirà evidente il perché nella battaglia delle emozioni il vincitore è l’HERO.

1. La sofferenza

Tutta la cultura EMO è caratterizzata da una condizione depressiva o di dolore in genere. I suoi appartenenti sono spesso prostrati da un senso d’insoddisfazione e di inadeguatezza.
Niente in confronto alla sofferenza dell’HERO (A♠K♣) che dopo aver già urlato “VITTORIA!” di fronte al board A♥ 9♣ K♦ 9♠ 2♦, precipita nell’abisso della disperazione quando l’OPPO mostra 2♥ 2♣.
E che dire dell’insoddisfazione che attanaglia l’anima dell’HERO quando in un MTT con premi fino al 78° classificato, egli esce dal torneo in 79ª posizione dopo oltre 5 ore di gioco?

2. L’autolesionismo

Questa situazione di profonda angoscia porta gli EMO, non di rado, a episodi autolesionistici finalizzati a tradurre la sofferenza psicologica in sofferenza fisica.
Nessuno come l’HERO conosce l’autolesionismo. Come definire altrimenti le manate sferrate alla superficie del tavolo, che non di rado compromettono per giorni le funzionalità dell’arto, dopo che l’OPPO di turno ha chiuso certe combinazioni che in partenza avevano una probabilità negativa.
Inoltre, l’autolesionismo degli HERO colpisce sovente anche i suoi vicini più stretti.Non si contano infatti le mogli, i figli o i genitori degli HERO a cui è inibita anche la semplice presenza fisica nelle vicinanze del computer poichè accusati di emanare degli influssi atti a condizionare negativamente lo sviluppo delle partite. Ciò, ovviamente, si ripercuote negativamente sulla qualità dei legami affettivi familiari.

3. Il linguaggio

Il linguaggio EMO rispecchia senza grosse differenze di sorta quello giovanile in genere, caratterizzato dall’utilizzo nella comunicazione scritta. della lettera “K” in luogo della lettera “C”

L’HERO utilizza invece un linguaggio con caratteristiche proprie che risulta di difficilissima interpretazione per chi non appartiene al mondo del poker. Si pensi a verbi come “tribettare, foldare, callare” oppure ad intere espressioni che solo apparentemente utilizzano le parole della nostra lingua ma che ne stravolgono totalmente il significato, come ad esempio “mandare la vasca” oppure “andare ai resti”.